Cookies al limone con fiocchi d'avena

Si lo so, sono un disastro! Nei miei pochi propositi per l'anno nuovo mi ero ripromessa di pubblicare una nuova ricetta ogni domenica, tuttavia tra le dimenticanze e il poco tempo di sperimentare dolci nuovi è quasi un mese che non pubblico nulla. Per questo motivo, sapendo che domani studierò inglese e matematica tutto il pomeriggio, ho anticipato ad oggi la ricetta della settimana. Essendo in fase pre-influenzale (mannaggia mi ammalo solo nei weekend) ho approfittato anche di questa magnifica giornata per chiudermi giustamente in cucina e preparare dei biscotti;) Avevo voglia di qualcosa che in bocca sembrasse fresco e dovevo utilizzare anche quei chili di fiocchi d'avena che solitamente uso per cucinare il porridge vegano (trovate la ricetta nei vecchi post) e quindi ho trovato questa ricetta su Giallo Zafferano.

Ingredienti: (per 20 biscotti circa)
-150g di fiocchi d'avena
-30g di farina di mandorle
-65g di burro
-65g di zucchero
-4g di lievito chimico in polvere
-la scorza grattugiata di mezzo limone bio
-un pizzico di sale
-1 uovo
-un pizzico di cannella

Tritare finemente metà fiocchi d'avena (75g) e mescolare con la farina di mandorle.                      Aggiungere il burro abbastanza freddo a pezzetti e amalgamare con le mani fino ad ottenere un impasto compatto.
Aggiungere lo zucchero, il sale e il lievito e mescolare con una spatola.
Unire l'uovo, la scorza del limone e la cannella e amalgamare fino a compattare il tutto.
Riporre in frigo per 30 minuti.
A questo punto formare delle palline di 15g circa, aiutandosi con le mani leggermente bagnate e disporle molto distanziate in una leccarda da forno foderata con due fogli di carta da forno.
Infornare a 170° a forno preriscaldato statico per circa 15 minuti o comunque fino a doratura.
I biscotti appena usciti dal forno risulteranno molto morbidi quindi non vanno toccati, solo raffreddandosi si induriranno.
Enjoy it!


Ecco una foto del mio eccellente pomeriggio all'insegna dell'influenza e della lettura del romanzo 'Les miserables' di Victor Hugo. (Forse dovrei studiare invece di leggere, ma è un dettaglio shh;))

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